Grazie al drone oggi possiamo davvero vedere il mondo dall’alto, come facciamo in volo, ma rimanendo a terra. Sembra sorprendente ma è così. Si possono riprendere veramente tante cose incredibili grazie alla loro videocamera. Raggiungiamo posti inaspettati. Possedere un drone oggi è per la portata di tutti, grazie anche alle varie fasce economiche. Inoltre, equipaggiano le videocamere digitali, proprio i nostri “aeromobili a pilotaggio remoto”. Va detto, però, che accanto alla denominazione ufficiale, ci sono state diverse prescrizioni che limitano in modo esponenziale l’impiego di questi dispositivi, che solo in apparenza sono inoffensivi. Il volo dei droni, potrebbe in modo teorico invadere lo spazio aereo o anche costituire un pericolo per le persone, è soggetto a delle regole rigide e, nei casi più gravi, anche a pesanti sanzioni.
Regole e normative per droni
L’Enac, è l’ente nazionale dell’aviazione civile, che ha emanato fin dal 2013 un regolamento, spesso aggiornato, per poter disciplinare l’impiego di questi apparecchi per la tutela della sicurezza della popolazione ma anche degli altri mezzi aerei. Anche se ci sono delle precauzioni che possono apparire eccessive, un drone che si usa in ambito commerciale può rappresentare un serio pericolo per la sicurezza durante il volo, particolarmente nelle aree che sono vicine agli aeroporti; ma anche un “giocattolo” da 200 grammi, che viene lanciato a velocità di qualche decina di km/h, potrebbe fare i suoi bei danni.
L’impiego in agricoltura
La ripresa delle immagini o di filmati rientra fra le attività specializzate, ma anche per l’uso in agricoltura i droni vengono equipaggiati con delle telecamere ad alta risoluzione che sono operanti nell’infrarosso, dunque capaci di misurare l’indice di vegetazione delle colture (Ndvi) e poterne valutare lo stato di salute. I droni di impiego professionale sono quelli dotati di caratteristiche tecniche molto sofisticate come il controllo Gps o anche i sistemi di guida assistita, che possono essere anche fuori del campo visivo del pilota che è sempre abilitato. Ma sono anche previsti degli obblighi simili a quelli degli aeromobili commerciali, questo riguardo al programma della manutenzione e ai comandi di emergenza, che sono indipendenti dal radiocomando principale. Inoltre, l’impiego in agricoltura è vantaggioso in modo principale quando di va a lavorare su coltura specializzata, che ha un valore produttivo assai maggiore rispetto ai seminativi e potrà dunque tollerare un costo ad ettaro sul telerilevamento superiore a quello che è ottenibile dall’immagine satellitare. Sulle colture che sono legnose è inoltre necessario un potere di risoluzione che sia centimetrico, che possa essere in grado di misurare, ad esempio, lo stesso stato vegetativo di ogni singola pianta, per poter intervenire in modo mirato e andare ad applicare correttamente i principi dell’agricoltura di precisione. Ma esistono anche sistemi in grado di valutare le fitopatie facendo sì che si vedano anche a occhio nudo e che non possano danneggiare la produzione, sia sul piano quantitativo ma anche qualitativo.
Grazie al drone, che abbia le caratteristiche idonee, sarà possibile intervenire sulla chioma, anche nelle posizioni difficili da raggiungere da terra, che hanno un altissimo livello di precisione ma anche di successo, senza uno spreco di principi attivi, questo soprattutto in regime di lotta biologica. Tale genere di operazioni è possibile solo con un utilizzo delle apparecchiature che sono di impiego professionale, e di operatori che sono altamente specializzati, sia per i vincoli normativi che sono legati all’effettuazione dei voli, sia per la rilevazione ma anche della elaborazione dei dati.
Droni o aeromodelli?
Quello che differenzia un aeromodello da un “aeromobile a pilotaggio remoto” o Apr, è l’uso che ne faremo. Cioè, se il nostro apparecchio venisse usato solo per svago o per sport, sarà definito un aeromodello e basta, se invece verrà impiegato per un’attività specializzata, come per esempio le riprese aeree, saremo in presenza di un Apr.
Normative Apr
La normativa sugli Apr va a comprendere anche gli aeromodelli, con la sola eccezione di quelli che sono a “volo libero” (non radiocomandati) e di quelli che volano in tondo, che sono vincolati con cavi al pilota. Un drone leggero arriva a superare i 50 km/h, e viene definito pericoloso non solo per la sua energia di impatto, ma anche a causa delle eliche (di nylon o di carbonio), che ruoteranno ad altissima velocità (oltre 10.000 giri/min). Per cui per poter far volare un drone, o un aeromodello, anche a puro scopo di divertimento non sarà richiesta alcuna abilitazione specifica, ma solamente di rispettare e seguire le precauzioni, per la sicurezza delle persone o dell’aviazione civile.
Per esempio, fino a ora in Italia non è successo niente, questo grazie anche alla severità della normativa. Il territorio nazionale viene in gran parte coperto da queste aree, che sono dislocate ovviamente intorno agli aeroporti, ma anche agli insediamenti militari (caserme, eliporti) e in generale in tutto quello spazio aereo interessato dal volo a bassa quota, come sono anche i corridoi di atterraggio e decollo. Prima di effettuare voli all’aperto, anche se per un divertimento proprio, ci si deve informare se ci troveremo in una zona soggetta a limitazioni, potete anche trovarle sul sito ufficiale www.enac.gov.it, per evitare di poter incorrere in pesanti sanzioni. Il volo dovrà essere obbligatoriamente senza che si vada a perdere mai di vista il drone. Facendo attenzione a colline, alberi o fabbricati, andando a evitare le aree congestionate, con assembramenti di persone, ma anche agglomerati urbani o delle strutture sensibili.
In conclusione
Si deve sapere che per quanto riguarda i droni con peso al decollo inferiore a 300 grammi, con le eliche protette e la velocità massima non superiore a 60 km/h non ci sono delle abilitazioni obbligatorie per il pilota; tuttavia, se il drone dovesse svolgere un’attività di ripresa aerea, sarà necessario comunicare preventivamente i dati del volo all’Enac, andando sul relativo sito Internet. Per i droni più pesanti che sono fino a 2 kg al decollo è necessaria la comunicazione preventiva, con la differenza che il pilota dovrà obbligatoriamente essere munito di un’apposita abilitazione alla guida, che viene rilasciata da una scuola di volo abilitata dall’Enac. I droni che sono ancora più pesanti sono soggetti a degli obblighi aggiuntivi, quando vanno a sorvolare aree sensibili o persone.